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LO SGUARDO DELL’ALTRO
Non sono mai stata una persona estroversa. Da bambina ero molto timida, quasi al limite dell’assurdo; avevo paura dello sguardo dell’altro, paura che potessero ferirmi o umiliarmi. Nel periodo della pre-adolescenza la situazione non cambiò granché: avevo qualche amica ma continuavo a stare un bel po’ sulle mie. Con il passare del tempo, capii che il diavolo non è così brutto come lo si dipinge, tutto sommato. Iniziai ad aprirmi al mondo. Poco dopo la morte di mio padre – avevo 23 anni – cominciai un cammino di auto conoscenza: avevo bisogno di comprendere più a fondo quello che mi succedeva dentro. Questo percorso ha contribuito alla mia capacità d’analisi…